Riflessioni dalla Terra Santa
di Mr. Sami El-Yousef, CEO del Patriarcato
Chi avrebbe mai immaginato che la pandemia, che pensavamo che di questi tempi ormai sarebbe stata alle nostre spalle, sarebbe stata invece ancora più forte che mai, costringendoci tutti a vivere in una nuova normalità che è molto incerta e continua a cambiare ogni giorno? Chi avrebbe mai pensato che turismo e pellegrinaggi in Terra Santa avrebbero avuto un arresto improvviso, rendendo decine di migliaia di persone disoccupate, con un crollo verticale di tutte le economie mondiali?Chi avrebbe mai pensato che la riapertura delle scuole sarebbe stata una decisione così incerta nel mondo, così da lasciare miliardi di genitori in difficoltà con bambini in età scolare, in un inedito limbo? Chi avrebbe pensato che anche quando un vaccino fosse stato introdotto, molte persone sarebbero state restie a farlo? E l’elenco del “chi avrebbe mai pensato” potrebbe non avere fine…
Ciò che comunque è chiaro è che le economie avanzate, che hanno sviluppato sistemi sanitari, sembrano aver sofferto di più, apparendo essere quelle i cui cittadini sembrano avere le più grandi difficoltà da affrontare. Al riguardo, considerando le comunità locali in Medio Oriente con economie depresse, alcune delle quali devono confrontarsi con problemi come occupazione, chiusure e blocchi, serie restrizioni degli spostamenti, e sistemi sanitari inefficienti, si può osservare che finora queste comunità sembrano avere affrontato bene la pandemia e i suoi effetti. Ironicamente e come esempio, la nostra parrocchia in Gaza è stata una delle pochissime capaci di organizzare su larga scala campi estivi per i suoi giovani, dal momento che Gaza fino a recentemente non ha avuto casi locali di Covid. Dopotutto, almeno c’é stato un effetto positivo del blocco lungo 13 anni su Gaza.
Come aggiornamento sulla situazione sanitaria, dopo le prime severe restrizioni in Palestina, Israele e Giordania e ciò che è sembrato essere un contenimento della diffusione del virus, con il successivo rilassamento è arrivata una ripresa che è molto preoccupante. In Israele, ci sono oggi circa 115.000 casi e il totale delle morti è oltre 900, mentre in Palestina malgrado uno stretto lockdown e regolamenti di emergenza limitativi, i casi oggi sono circa 23.000 e il totale delle morti è intorno a 150. Anche la Giordania, che ha viaggiato molto meglio che i paesi vicini, ha visto una crescita, con finora circa 2.000 casi e 15 morti. E’ anche chiaro che le persone, in generale, sono stanche delle varie restrizioni e sembrano essere diventate meno attente riguardo alla salute e le regole di sicurezza. Questo è apparso evidente quando il ritorno ai grandi raduni e banchetti di nozze sembra essere diventato la maggiore causa di contagio. La preoccupazione è che se ci fosse bisogno di ulteriori lockdown, ci sarebbero seri problemi con il rispetto delle regole.
Lasciatemi riflettere sul generoso sostegno ricevuto in risposta ai due appelli lanciati per aiutarci ad affrontare i problemi correlati al Covid-19. La risposta al primo appello lanciato per conto del LPJ dal Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme Sua Eminenza il Cardinal Filoni, è stata la più generosa dal momento che le diverse luogotenenze nel mondo si sono affrettate a raccogliere cospicui fondi per supportare i loro fratelli e sorelle in Terra Santa. E’ stata un’incredibile manifestazione di solidarietà, considerato che si tratta una pandemia mondiale con sofferenze in tutto il globo, eppure i dediti membri dell’Ordine hanno pensato bene di non dimenticare i loro confratelli cristiani, in alcuni casi persino trascurando le sofferenze delle propri connazionali. Per quanto riguarda il secondo appello lanciato dall’Arcivescovo Pizzaballa per le scuole LPJ in Palestina e Giordania, la risposta è stata generosissima e ha certamente superato le aspettative, mentre diversi singoli, diocesi e anche governi sono venuti in soccorso donando largamente.
Con i due appelli, circa due mila famiglie sono state sostenute finora attraverso coupon per le provviste di cibo, prodotti per l'igiene e per i bambini, ricariche per la fornitura di energia elettrica e farmaci. Ciò è stato fatto attraverso i nostri parroci e i consigli parrocchiali che hanno lavorato con le autorità locali e caritatevoli per raggiungere le persone più in necessità ed evitare doppioni.
Inoltre per aiutare le famiglie a risolvere i loro obblighi finanziari verso le scuole LPJ, finora 1238 famiglie sono state supportate nelle scuole giordane e 1180 nelle scuole in Palestina. Il numero degli aiuti umanitari e del sostegno scolastico certamente raddoppierà nei prossimi mesi, mentre continuiamo a ricevere e erogare i fondi raccolti.
In un modo davvero unico, lo spirito di comunità che è sorto mentre i lockdown e la crisi erano al loro culmine è stato evidentissimo, consentendo di trasformare ciò che è apparso essere una proiezione finanziaria molto cupa, in relativa stabilità, per il momento. Non sono stati soltanto i risultati degli appelli ad essere una benedizione, ma anche i discreti contributi delle comunità locali e della nostra gente all’interno della famiglia allargata del LPJ.
Vescovi, sacerdoti e religiose hanno dato volontariamente parte o tutto del loro modesto stipendio mensile; centinaia di membri dello staff hanno dato indietro spontaneamente parte del loro salario; tutto il personale scolastico ha acconsentito di dilazionare il pagamento di una parte del loro salario per consentirci di pagare gli stipendi e mantenere le nostre porte aperte e le nostre attività funzionanti il più a lungo possibile. Questo ha permesso al LPJ di mantenere il 99% dei suoi 1850 impiegati in piena attività, dando loro un senso di sicurezza e continuità in un tempo in cui gli effetti della pandemia hanno colpito le famiglie di diversi nostri impiegati, dal momento che molte mogli hanno perso il loro lavoro. Anche se finora siamo in grado di comportarci in questo modo, dobbiamo essere realistici e riconoscere che se la sanità e gli effetti economici peggiorassero criticamente nei prossimi mesi, questo approccio in futuro potrebbe non essere sostenibile. Il nostro piano continua ad essere mantenere in piena capacità il nostro personale per quanto realisticamente possibile, per non aumentare la sofferenza del nostro staff e delle comunità locali.
Per quanto riguarda le scuole, hanno fatto uno sforzo eroico concludendo l’anno accademico 2019/2020 mediante l’insegnamento a distanza. Anche se questo non è il metodo ideale, con una buona preparazione e un quadro dedicato è stato possibile. I risultati finali di coloro che hanno sostenuto l’esame di stato sono stati eccellenti e hanno coinciso con i risultati degli anni precedenti o li hanno superati.
Le lezioni apprese durante questo periodo sono in fase di revisione, con uno sforzo di migliorare le richieste di hardware e software come anche le capacità degli insegnanti, per metterli in grado di essere meglio attrezzati nel 2020/2021 per confrontarsi con i vari modelli “educazione mista” che vengono promossi. Questo potrebbe richiedere una combinazione di alcune presenze in classe accanto a lezioni online. Tuttavia l'incertezza circonda la migliore pianificazione, poiché siamo tutti vincolati agli sviluppi in corso sul fronte sanitario e i migliori piani potrebbero essere messi da parte dall'oggi al domani qualora si verificasse un ulteriore deterioramento della situazione sanitaria. Tuttavia ciò che la pandemia ha insegnato a tutti noi è pazienza, flessibilità e perseveranza. Queste qualità sono necessarie se vogliamo servire le nostre comunità in modo ottimale in futuro.
Malgrado tutte le difficoltà, lockdown e regole governative, e dopo una pausa di circa tre mesi, il lavoro sul progetto di implementazione è ripartito. Questo è stato un passo necessario, per generare occupazione nelle comunità locali in modo da alleggerire le sofferenze. Il più grande progetto di costruzione che è la chiesa di Jubeiha ha ricevuto una speciale esenzione dalle autorità giordane e il lavoro è ripartito in giugno malgrado il lockdown. I progressi sono stati costanti e il completamento del progetto è ormai quasi raggiunto. Speriamo che la Chiesa possa essere inaugurata durante la prima visita di sua Eminenza il Cardinal Filoni in Terra Santa, quando le restrizioni di viaggio e i programmi lo permetteranno. Avendo la capacità potenziale di accogliere circa mille fedeli, sarà la più grande chiesa della Giordania.
In conclusione, per riflettere sul lato noioso della ristrutturazione amministrativa e finanziaria che ha avuto luogo negli ultimi due anni, posso dire con orgoglio che siamo a buon punto della sua attuazione. Non abbiamo ancora pieno successo in tutte le aree, ma abbiamo identificato dove ci sono carenze e queste vengono affrontate. Le nostre strutture oggi sono costruite su standard professionali con piena trasparenza e affidabilità, e possono essere guardate come un modello da emulare da molte istituzioni ecclesiastiche locali e persino internazionali. Inoltre, il debito più grande derivante dalla costruzione dell'Università di Madaba, che gravava ed è stato garantito dalle autorità di Roma, di recente è stato saldato per intero, alleggerendo il LPJ di un consistente debito estero. Ciò non è stato facile, per poterlo fare la Chiesa ha dovuto prendere la decisione dolorosa di vendere alcune proprietà a Nazareth. Inoltre, si sta tentando di attuare piani per estinguere i restanti prestiti esterni locali e si prevede che ciò potrà essere realizzato realisticamente entro i prossimi 12-24 mesi. Questi sviluppi consentiranno ora al LPJ di esaminare le questioni più strategiche che la Chiesa in Terra Santa deve affrontare e lavorare attivamente per trovare soluzioni adeguate alle numerose sfide.
Mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli senza precedenti e le sofferenze continuano, e nonostante la mancanza di chiarezza a livello politico, i discorsi sull'annessione continuano ad essere sul tavolo e le prospettive di una stagione influenzale si uniscono al continuo diffondersi della pandemia. Bisogna concentrarsi sulle molte benedizioni di cui continuiamo a godere e ricordare che non siamo soli. Adeguate decisioni locali, unite a una generosità senza precedenti da tutto il mondo, ci assicurano che non siamo dimenticati e ci impongono una sempre maggiore responsabilità per portare avanti la sacra missione della Chiesa in Terra Santa. Mille grazie a tutti coloro che hanno contribuito finanziariamente a sostenerci, ma soprattutto, molte grazie a tutti coloro che si sono ricordati di noi nella preghiera!
Sami El-Yousef
Direttore Esecutivo
2 Settembre 2020
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